“A Ogulin si legano le mie prime forti impressioni di cui ho conservato la memoria. Ricordo la particolare eccitazione, indotta dall'ambiente insolito e dai costumi popolari, che mi
pervase fin da quando vi soggiornai la prima volta. L'insolito e incisivo aspetto del Klek e l'aurea romantica della Dobra alimentavano tanto la mia fantasia da indurmi a richiamare nella mente, a lungo nella notte, le figure e le ipotesi più fantasiose su quel che vi avveniva nel cuore della notte. Con inusuale scelta, la mia fantasia disponeva, non sulla vetta del Klek bensì nelle sue viscere, incessanti quadri in movimento, con esseri fantastici, talvolta di matrice storica, talaltra biblica, tutti in certo qual modo collegati, e tutti con un vago intendimento patriottico. Queste immagini, che mi si paravano dinanzi agli occhi, erano da me considerate non un parto della fantasia, ma una scoperta che da lontano mi esprimeva la vera vita interna del Klek.”
pervase fin da quando vi soggiornai la prima volta. L'insolito e incisivo aspetto del Klek e l'aurea romantica della Dobra alimentavano tanto la mia fantasia da indurmi a richiamare nella mente, a lungo nella notte, le figure e le ipotesi più fantasiose su quel che vi avveniva nel cuore della notte. Con inusuale scelta, la mia fantasia disponeva, non sulla vetta del Klek bensì nelle sue viscere, incessanti quadri in movimento, con esseri fantastici, talvolta di matrice storica, talaltra biblica, tutti in certo qual modo collegati, e tutti con un vago intendimento patriottico. Queste immagini, che mi si paravano dinanzi agli occhi, erano da me considerate non un parto della fantasia, ma una scoperta che da lontano mi esprimeva la vera vita interna del Klek.”
Dall'autobiografia di Ivana Brlić-Mažuranić
OGULIN
Data la collocazione geografica, le peculiarità ambientali e l'ambiente incontaminato, l'area della città di Ogulin è una delle più attraenti della Croazia continentale. Il patrimonio monumentale e architettonico testimonia il ricco retaggio storico e culturale ed esprime i ostri odierni valori storici, spirituali e materiali.
"Quando all'uomo viene a piacere un certo sito, egli cerca di tornarci di nuovo; anch'io voglio così visitare ancora una volta Ogulin e camminare nuovamente sul Klek..."
Ljudevit Vukotinović, 1850.
LA POSIZIONE GEOGRAFICA
Nel centro della Croazia continentale, tra Zagabria e Fiume, in un'ampia vallata percorsa da due fiumi, pittoreschi, Dobra e Zagorska Mrežnica, si trova la città di Ogulin. In base alla ripartizione territoriale, quale unità dell'autonomia locale la Città si estende su una superficie di 542,32 km² e, secondo i dati del censimento del 2001, conta circa 15.000 abitanti.
Situata ai piedi dei monti del Kapela, questa è una tipica area di transizione che non può essere direttamente inserita in alcuna delle usuali regioni di questa parte della Croazia. Si tratta, di fatto, di una specifica microregione che non si aggrega in maniera immediata al Gorski Kotar, alla Lika, Kordun o Gornje Pokuplje. Costituisce però, assieme al Gorski kotar e alla Lika, la maggior parte dell'insieme geografico definito quale Croazia montana e si
chiude a meridione là dove le colline si stemperano nella piana di Plaški, che per l'ampiezza è la seconda delle valli nell'area sotto il Kapela. È un insieme geografico definito, delimitato a occidente dai monti della Velika Kapela su cui domina il Klek (1181 m). Ai margini orientali si stagliano le cime Krpel (511 m), Brezovica e Hum (863 m). Verso sud il territorio assume un aspetto collinare su cui prevalgono la Klekinja (504 m) e il Trojvrh (599 m). Posta a circa 320 m sul mare e definita talvolta anche come Ogulinsko polje, questa che per l'estensione è la quinta area carsica della Croazia (60 km²) ha forma regolare allungata e si estende lungo la direttrice nordovest-sudest per una lunghezza di circa 16 km (Ogulin-Trojvrh) e una lunghezza di nove (Desmerice-Skradnik). Sotto l'aspetto amministrativo appartiene alla Contea di Karlovac e in base alla suddivisione ecclesiastica, fa parte del decanato di Ogulin, che è parte integrante della diocesi di Segna e Gospić. A occidente confina con la Contea litoraneo-montana, a sud con quella della Lika e Segna. In base alla ripartizione della Contea fra città e comuni, comprende, nella sua parte settentrionale, il territorio della città di Ogulin, a sud i comuni di Josipdol e Tounj. In direzione nord-ovest, a una ventina di km da Ogulin,
lungo la strada rudolfina (1874), in un'ampia valle, lo Jasenačko polje, a 600 m sul mare, si trova l'abitato di Jasenak. La vallata è percorsa dallo Jasenački potok, che si perde sottoterra, e da altri cristallini torrenti di montagna. I vasti prati, orlati da alberi sempreverdi e a foglia caduca e le vette circostanti, pure coperte da piante ad alto fusto, esprimono un paesaggio che è tipico del Gorski kotar. Sull'area si staglia la Bjelolasica, con la sua vetta maggiore, ima più alta della Velika Kapela e del Gorski kotar, la Kula (1533 m). A nord di Jasenak e a sud di Jezerane, delimitata da due strade, la giuseppina e la rudolfina, si trova Drežnica. Giace su tre aree carsiche: Lug, Drežničko polje e Krakarsko polje.Al territorio della Città di Ogulin, quale unità dell'amministrazione locale, fanno capo pure gli abitati Trošmarija e Gornje Dubrave, situati a nord-est. Il paesaggio è dominato dal canalone della Gojačka Dobra e dai ruscelli Ribnjak e Bistrac. Ribnjak è un fenomeno naturale: l'acqua scompare all'improvviso, il letto è asciutto, per poi presentarsi all'improvviso con notevoli quantitativi d'acqua.
IL CLIMA
Le peculiarità climatiche della valle di Ogulin-Modruš che risentono tanto dell'ambiente montano circostante quanto della relativa vicinanza del Litorale a ovest e dell'area pannonica a est. la pongono al limite del clima continentale che presso i monti Kapela si trasforma in alpino. Caratterizzata da estati e inverni piuttosto marcati., l'area ha temperature medie annue che, fatta eccezione per la parte parte nordoccidentale, dove arrivano a 8 - 10 gradi centigradi, si mantengono fra i 10 e 12.
Le estati sono calde, afose, con scroscianti temporali segnati dai fulmini. Seppur con precipitazioni annuali medie che arrivano anche fino a 1600 - 1700 mm, l'area in genere si può considerare secca, data la forte porosità del suolo e l'incanalamento delle acque verso alcuni corsi di notevole portata che si perdono sottoterra. I rilievi più bassi sono anche i più caldi. Le temperature medie s'aggirano fra i 21- 22ºC, nella parte a nord-ovest fra 16 e
18 ºC. Gli inverni sono lunghi e di regola rigidi, non alieni però da improvvisi aumenti delle temperature.
Le abbondanti precipitazioni nevose si mantengono di regola anche fino a 40 giorni. La neve, soprattutto in quella forma granulare che è tanto gradita dagli sciatori, dura sulla Bjelolasica fino ad aprile. La più idonea allo sci è quella che cade quando la temperatura dell'aria va da -5 a 0 gradi. A Jasenak ciò avviene per 49 giorni all'anno.
Il clima si caratterizza inoltre per le notevoli oscillazioni della temperatura fra il giorno e la notte, il che ha come conseguenza, d'estate la comparsa della rugiada, d'inverno e nelle stagioni di transizione, di grossi strati di brina di primo mattino.
Venti prevalenti sono la bora e lo scirocco. Secca e fredda, la bora soffia da nord-est e di regola porta tempo sereno. Lo scirocco, caldo e umido, arriva dal Litorale, ossia dal Kapela e porta le precipitazioni. Caratteristico è anche il fenomeno, che si verifica spesso, del föhn, il vento secco che, scendendo lungo i versanti del Kapela, si surriscalda e in breve tempo fa
aumentare la temperatura dell'aria. Quando avviene d'inverno il fenomeno provoca bruschi scioglimenti del manto nevoso.
IL RILIEVO
L'area di Ogulin giace al limitare nordorientale della parte carsica dei Dinaridi. I fattori geologici hanno avuto un ruolo decisivo nell'odierna conformazione orografica. La preistoria delle mutazioni geologiche risale a oltre 230 milioni di anni fa. Questa si ritiene infatti essere l'età delle rocce e sedimenti più antichi. Dell'epoca mesozoica quando l'area era coperta da un mare relativamente caldo e con bassi fondali, restano rocce sedimentarie, formatesi con la lenta e progressiva deposizione di carbonati, particelle varie e fossili, lungo l'ampia geosinclinale della Tetide. I fiumi Dobra e Kupa, verso cui è inclinata, non furono coinvolti direttamente dal disgelo, tuttavia lo scioglimento dei bordi dei ghiacciai circostanti fu indubbiamente fra i processi che modellarono il rilievo. È questo il motivo per cui Ogulin e l'ampia area circostante hanno conservato la continuità dello sviluppo della flora e fauna terziaria, ossia vantano un mondo animale e vegetale molto vario.L'attuale aspetto del rilievo risente dell'influenza di diversi fattori, fra i quali predominano quelli carsici e fluviali. La base marcatamente calcareo-dolomitica, la permeabilità del suolo, la relativa povertà delle acque e la loro circolazione, in prevalenza verticale, le peculiarità carsiche nei loro vasi aspetti, non hanno comunque creato un paesaggio tipicamente carsico tanto che scientificamente viene catalogato come area carsica coperta dal verde, a differenza del carso arido della Dalmazia. Le piane, formate da terra bruna, sono prevalentemente sottoposte a colture o coperte dal manto erboso, i rilievi caratterizzati da folti boschi di faggi e abeti, a cui subentrano, verso le vette, i ginepri.
LE COMUNICAZIONI
Fin dai tempi antichi lungo questa vallata passava la via che, conducendo dall'Adriatico (Segna) alla pianura pannonica, costituiva la più breve e idonea linea di comunicazione fra il mare e la Pannonia. Conquistata quest'area nel primo secolo a. C. i Romani ne compresero l'importanza e costruirono la strada da Segna a Sisak, molto moderna per quell'epoca, a cuilogicamente si collegarono altre, provenienti da diverse direzioni.
La prima moderna viabile, costruita su ordine di Giuseppe II dal colonnello Vinko Struppi nel 1779, venne chiamata in suo onore "giuseppina" mentre l'abitato di Munjava fu mutato in Josipdol /Josip=Giuseppe, in croato, n.d.r./. L'opera evidenziò però tali manchevolezze da dovervi porre riparo, sicché fu modernizzata nel 1836, sotto l'imperatore Ferdinando, dal maggiore Kajetan Knežić. Allora fu costruito anche il secondo piano del ponte di Tounj.
Particolarmente importante è la strada rudolfina (1874) fra Ogulin e Novi Vinodolski. Lunga non più di 70 km, costituisce il più breve sbocco al mare. Non meno importante è la strada, pure lunga 70 km che, passando per Plaški e Saborsko, mette in comunicazione quest'area con il Parco nazionale dei Laghi di Plitvice. Ogulin è pure importante nodo ferroviario. Qui, presso Oštarije, dalla Zagabria - Fiume si dirama la linea per Spalato.
Oggi tutta la vallata e la città in particolare, sono ben servite da numerose viabili. La moderna autostrada che collega l'Europa centrale e i Paesi danubiani al mare Adriatico e passa nelle immediate vicinanze di Ogulin (si tratta della direttrice Zagabria - Bosiljevo - Spalato), permette l'accesso alla città attraverso l'uscita di Otok e facilita i collegamenti con Zagabria e Fiume.
L'EVOLUZIONE STORICA
La preistoriaLe vette isolate, le numerose fonti di montagna, i fiumi e il manto boschivo hanno qui offerto riparo e in genere buone condizioni vita agli uomini fin dai tempi più remoti. Nell'età del ferro, antica e più recente, sulle cime dei rilievi nascono i primi abitati fortificati dei Giapodi, tribù illirica che popola un'ampia fascia dei monti che si elevano lungo la costa della Croazia,
presente nella Croazia montana circa 800 anni a. C. Il centro dell'area da essa occupata si colloca proprio nella Valle di Ogulin-Modruš. Secondo fonti romane, Metulum, il loro centro più grande e importante, si trova sulla cima della Viničica, presso Josipdol, come confermato da significativi ritrovamenti archeologici. Molte le tracce giunte fino a noi, come ad es. i resti della fortificazione sulla collina di Malo Gradišće, sopra Sveti Petar, a Ogulin. Nel IV a. C. nella Croazia centrale irrompono da nord-ovest i Celti (Galli) che con l'andar del tempo si fondono con le tribù illiriche.
Gli inizi dell'era nuova
Nel I secolo a. C. comincia la conquista romana di queste aree. Atto decisivo che decreta la decadenza dei Giapodi è la conquista di Metulum da parte delle truppe romane guidate personalmente da Ottaviano, colui che poi assumerà il nome di Augusto, fra gli anni 35 e 33 della nostra era. Numerosi sono i reperti testimonianti la presenza di romani e Giapodi. Parte è esposta nella Torre dei Frankopani /Frankopanska kula/ a Ogulin. Roma si mantiene qui fino al crollo dell'Impero nel 476 d. C. e la valle di Ogulin-Modruš fa capo alla provincia della Dalmazia quale sua area di confine. I romani, oltre a imporre lingua, alfabeto, decreti e usanze, modernizzarono i centri abitati e costruirono importanti viabili. Venne riassettata la strada fra Senia (Segna) e Siscia (Sisak) che, seguendo in genere il tracciato preistorico, collegava la vallata con l'Adtriatico attraverso il passo del Kapela, antesignana della giuseppina che a tutt'oggi è un importante connessione fra la Croazia continentale e il mare. I dati storici sull'avvento dei Croati in quest'area sono scarsi, è noto però che provenivano da sud, dal territorio situato fra i fiumi Zrmanja e Cetina, che era allora il centro della Croazia.
La contea di Modruš dal XII al XV sec.
Più esaurienti, in merito a quest'area nel XII sec. sono le fonti connesse alla storia della Chiesa. È allora che viene riportato il nome Modruš /in italiano Modrussa/ riferito a una parrocchia dell'arcidiocesi spalatina, la prima volta nel 1163 - anche se sicuramente esisteva già nell'XI sec. - e quindi nel 1185 al sinodo arcivescovile di Spalato, quando si decretò d'inserire Modruš nella neocreata diocesi della Krbava. Nel 1193 il re Bela III diede in dono al conte di Veglia Doimo tutta la parrocchia. I conti veglioti, che rafforzano il proprio potere nel XII sec. assumono dalla metà del XV il cognome Frankopan. All'inizio del XIV sec. viene qui creata un'unità amministrativa unitaria, la cosiddetta Contea di Modruš. Nel XV sec. l'omonima città, giunta al culmine della propria potenza, sarà il centro più significativo fra il Litorale e la Sava con un significativo ruolo tanto politico, economico ed ecclesiastico, quanto culturale e commerciale. Il vero acme sarà raggiunto nel 1460 quando a Modruš verrà trasferita la sede dell'arcidiocesi, che da allora si chiamerà "di Modruš" o "della Krbava". Se
motivo principale dello spostamento è il pericolo turco che incombe sulla Krbava, è altrettanto vero che anche prima la città era di fatto il maggior centro amministrativo, militare e culturale della diocesi. La nuova sede diocesana si arricchisce così del capitolo, il palazzo vescovile mentre la chiesa parrocchiale di S.Marco viene elevata a cattedrale. Anche se il pericolo di un attacco turco è sempre maggiore, il conte Stjepan Frankopan nutre fiducia nel futuro e pianifica l'erezione di un nuovo abitato urbano nell'area di Oštarije.
Primo edificio di cui si inizia la costruzione è una maestosa chiesa in stile gotico, parte della quale anche oggi evidenzia tutta la propria possanza e bellezza. A Stjepan succede il figlio Bernardin, colto, istruito e saggio, che nel 1486 ordina l'elaborazione dell'Urbario di Modruš, un atto giuridico che regola i rapporti fra la nobiltà e i sudditi. Il testo originale, scritto in
caratteri glagolitici, purtroppo non si è conservato.
Particolarmente difficile per Modruš e tutta la contea è l'anno 1493. Prima della battaglia della Krbava, al ritorno dalle scorrerie e dal saccheggio della Carniola e della Stiria, il generale turco Jakub Hadum paša mette a ferro e a fuoco tutta quest'area, ad eccezione di Tržan grad. È il momento decisivo per la costruzione di una nuova fortificazione: Ogulin.
La fondazione di Ogulin
Il periodo della costruzione della fortezza di Ogulin non è stato appurato con certezza. È noto però il documento emesso da Bernardin Frankopan, nel 1550 circa, nella città di Modruš con cui, fra questa e Vitunja, definisce i confini della neofondata Ogulin. Dunque, il primo documento sulla città riporta già il suo nome odierno. Sulla prima carta geografica della Croazia, disegnata dal gesuita Stjepan Glavač nel 1673, Ogulin è chiamata Julin grad, e
accanto ad essa compaiono gli abitati di Sveti Jakov e Sveti Petar. Il nome Zulum grad o Julin grad collega la città alla leggenda di Ðula o Zulejka, la giovane che, a causa di un amore impossibile, si gettò nel baratro del fiume Dobra. Secondo certe spiegazioni, il nome della fortezza, e più tardi dell'abitato, deriva dal verbo croato "ogoliti", ossia denudare, riconducibile a sua volta all'indispensabile taglio integrale dei boschi del circondario al
fine di migliorare la visibilità, essenziale per la difesa dell'abitato. Altri ritengono che il verbo di cui sopra si riferisca allo spoglio del gran numero di tigli fra Ogulin e Oštarije, ampiamente praticato dalla gente per le tritorte. Nessuna spiegazione però ha avuto conferma scientifica.
Ogulin al tempo dei Confini militari I Confini militari risalgono al XV sec. quando, regnante Mattia Corvino, lo stato ungaro-croato si adoperò nella creazione di un sistema di difesa contro il pericolo turco. La Krajina al quel tempo era l'area in cui nel XVI sec. veniva posto in atto tutto il sistema di difesa della monarchia asburgica dai Turchi. Sottoposta già nel 1553 all'autorità reale, qualche anno dopo Ogulin divenne sede del 13.esimo capitanato all'interno del nuovo sistema difensivo
dei cosiddetti Confini militari. A tal fine le fu assegnata una guarnigione ancor prima di Karlovac e Sisak. A quell'epoca le erano subordinate le piazzeforti di Modruš, Plaški, Svetice (Oštarije), Sveti Juraj, Tounj e Ključ. La sua importanza è attestata dai documenti dell'epoca in cui viene definita "chiave della Carniola". I suoi abitanti erano validi soldati, tanto che, per
il coraggio e l'abnegazione mostrati nelle battaglie con i Turchi, Vuk II Krsto Frankopan Tržački li esentò da ogni onere tributario, attestando con il diploma emesso il 3 marzo 1622 il loro perpetuo affrancamento da ogni obbligo. La fortezza di Vitunj che si ritiene esistente già nel XIII sec. persa ogni importanza, fu abbandonata e lasciata all'incuria del tempo, ma l'area di Vitunj mantenne una determinata importanza nell'ambito militare. Nel 1639 il
capitano di Ogulin Gašpar Frankopan trasferì 18 famiglie nell'area di Vitunj e assegnò loro delle terre vincolandole alla difesa dalle incursioni turche. I mutamenti di maggior rilievo della vita economica e sociale nei Confini militari avverranno nel XVIII sec. Nell'area del generalato di Karlovac vengono create quattro aree reggimentali, di cui una a Ogulin. Dal 1746 gli abitanti della Krajina sono inseriti nell'esercito regolare, Ogulin diviene
sede del terzo reggimento di fanteria, e quindi implicitamente sede di comando. È questo il motivo primo per cui, mentre fino ad allora le scuole sono in mano alle istituzioni religiose, nel 1770 viene aperta la Scuola per bambini d'ambo i sessi con lingua d'insegnamento tedesca. Nel 1776 viene fondata la Scuola tedesca con il compito di istruire i quadri necessari
all'amministrazione della Krajina. Dall'inizio del XIX sec. alla smilitarizzazione dei Confini, le scuole a Ogulin saranno oggetto di diversi cambiamenti.
Risale a quest'epoca pure la costruzione delle viabili che favoriranno lo sviluppo dei commerci fra i porti sulla costa e il nord della Croazia.
Il XIX e il XX secolo
All'inizio del XIX sec. l'area viene occupata dai francesi e, con la pace tra Francia e Austria stipulata a Vienna nel 1809, inserita nelle Province illiriche. L'amministrazione francese dura un quadriennio. Allo scadere del 1813 Ogulin è nuovamente sottoposta all'Austria. 'innaturale assetto organizzativo dei Confini militari, quale specifico settore
politico-amministrativo in Croazia perdura fino alla metà della seconda parte del XIX sec. nonostante i continui sforzi del Sabor croato di integrarla alla Croazia e sottoporla direttamente all'autorità del Sabor e del bano. Solo nel 1881 si arriva alla smilitarizzazione dei Confini militari e all'annessione alla Croazia civile. Dopo quasi quattro secoli si conclude così l'epopea del popolo croato in difesa della propria patria, e l'area di Ogulin viene stimolata a un più rapido sviluppo economico.Nella seconda metà del XIX sec. la Croazia è legata alla parte ungherese della Duplice. Dal 1873 Ogulin diventa sede della circoscrizione di Ogulin-Slunj. Nel 1886, all'atto dell'ultima riorganizzazione, in Croazia e Slavonia vengono
create otto contee e Ogulin viene eletta a sede di quella di Modruš-Fiume, che comprende otto distretti amministrativi: Ogulin, Slunj, Vojnić, Novi Vinodolski, Sušak, Delnice, čabar, Vrbovsko e la Città di Bakar (Buccari). L'incremento naturale della popolazione e le modeste condizioni di vita inducono la gente ad emigrare. Alla fine del XIX sec. i flussi migratori si
volgono verso l'Europa occidentale e gli Stati Uniti. Ciò provoca nei villaggi il fallimento delle cooperative familiari che si frantumano nelle proprietà singole. La principale attività industriale è lo sfruttamento dei boschi. La costruzione della ferrovia Zagabria-Fiume (1873) favorisce all'epoca, in una Ogulin arretrata e trascurata, lo sviluppo del commercio e dell'artigianato. Conclusa la prima guerra mondiale, il neonato Stato dei Serbi, Croati e
Sloveni abolisce in Croazia e Slavonia le contee e introduce le nuove circoscrizioni, sicché l'area di quella di Modruš-Fiume è inserita nella Krajina-Litorale, con sede a Karlovac. Nel 1929 lo stato, assunto il nome di Regno di Jugoslavia, è ripartito in nove banovine e l'area in parola viene inserita nella banovina della Sava. Al tempo dello Stato indipendente di
Croazia viene creata la Grande župa di Modruš (1941-1946 con sede a Ogulin. Dopo la seconda guerra mondiale, dal 1945 al 1990, la Croazia fece parte della RPFJ rispettivamente RSFJ. All'epoca Ogulin fu distretto e successivamente comune. Nel 1990 ci furono le prime elezioni democratiche, si costituì il nuovo Sabor, emessa la nuova Costituzione della Croazia che definì l'assetto giuridico-amministrativo dello stato croato. In tal modo si realizzò
l'aspirazione, presente da nove secoli nel popolo croato, alla piena sovranità e libertà. Le genti di quest'area hanno dato un grande contributo alla Guerra patriottica, in difesa della loro Croazia, con orgoglio e fierezza pari a quella mostrata nel passato dai loro avi.
LE LEGGENDECon il suo imponente aspetto, il Klek mette le ali alla fantasia di ìchiunque guardi il suo igoroso profilo. Nessuna meraviglia dunque che fra la gente siano fiorite le leggende ad esso legate.
Sulla creazione del Klek
Klek era uno degli dei della mitologia slava. Venuto in antipatia a Perun, il dio supremo, che iniziò a perseguitarlo, si diede a una fuga lunga e disperata. Giunto, ormai allo stremo, nell'area di Ogulin, fu preso da tanto terrore d'essere raggiunto, che si impietrì. Nacque così il mirabile Klek che, visto da lontano, ricorda un gigante dormiente.
Sulle streghe del Klek
Dato l'aspetto pittoresco, il Klek è stato sempre motivo d'ispirazione per la fantasia popolare, sicché ad esso si legano molti racconti e leggende, talune anche per nulla rassicuranti. Una di queste, ricordata dal Valvasor nel XVII sec., è incentrata sulle sue streghe. Nel corso delle notti di tempesta, si dice, verso la mezzanotte qui si radunano streghe, fate e orchi provenienti da tutto il mondo, e le strida con cui accompagnano le loro danze si sentono fino
a Ogulin. Oggi, nei giorni in cui è in funzione il treno ecoturistico Karlek, i turisti si possono imbattere anche a Ogulin nelle moderne streghe del Klek.
Sulla caverna del Klek
La parete di roccia perpendicolare sotto la vetta è alta circa duecento metri. Fra il popolo circola la leggenda che al suo interno, su un mucchio di ducati d'oro, trasformata in un serpente, giace colei che un tempo era una bellissima principessa. La roccia si apre una volta ogni cent'anni. Qualora qui si venga trovare in quel momento un giovane tanto coraggioso da baciare il serpente, questo riassumerà immediatamente le sembianze della bella fanciulla, disposta seduta stante a convolare a nozze con il temerario salvatore. Il mucchio di
ducati ovviamente servirà alla dote.
Sul nome del baratro della Dobra chiamato Đulin ponor
Il nome della voragine del fiume Dobra chiamata Đulin ponor, ovvero baratro di Đula, deriva da quello di una giovinetta chiamata Đula o Zulejka. La leggenda risale al XVI sec. Di nobili origini, secondo le costumanze dei tempi, venne promessa dai genitori in sposa ad un uomo altrettanto di sangue nobile, però in là con gli anni. Il caso volle però che poco prima di una delle tante battaglie con i turchi, venisse a Ogulin Milan Jurajić, giovane capitano della Krajina, incaricato di difendere la roccaforte dei Frankopani di Tounj. Bastò
uno sguardo, il primo, perché la giovane s'innamorasse perdutamente del bell'ufficiale. Nella battaglia con i turchi che si svolse poco tempo dopo però, Milan rimase mortalmente ferito. Quando venne a sapere che il suo diletto era morto, Đula si gettò nella profonda cavità del fiume, che da allora porta il suo nome. Chi guardi da vicino con attenzione la rupe che
sovrasta l'abisso, può trovarvi il profilo di un uomo che sembra intento a guardare in basso. A Ogulin si dice che è Milan, teso a vedere dov'è scomparsa la sua amata Đula.
IL PATRIMONIO DI CULTURA
Monumenti sacrali
La chiesa parrocchiale dell'Elevazione della S.Croce Costruita nel 1781 nel Parco dedicato al re Tomislav, proprio nel centro della città, la chiesa parrocchiale dell'Elevazione della S.Croce, è stata consacrata il primo giugno 1793. L'armonico aspetto della parte esterna e la
ricchezza e plasticità degli ornamenti indicano chiaramente lo spirito del tempo in cui fu eretta. Appartiene alle chiese ad una navata con un altare segmentato. La navata è a botte alta e l'inventario si richiama a forme dello stile tardobarocco-classicista. Dal 1994 Ogulin festeggia la propria Giornata il 14 settembre, data in cui si ricorda appunto l'elevazione della S.Croce.
La cappella di S.Bernardino
Bernardin Frankopan, figlio di Stjepan, fondatore della città di Ogulin, fece costruire nel XVI sec. all'interno delle mura una cappella per i nobili e i popolani che fu dedicata a S.Bernardino, il rinnovatore dell'ordine francescano, la cui tomba, ad Aquileia fu visitata anche dai Croati quando venne proclamato santo nel 1450. Dal 1521 al 1785, quando venne eretta la chiesa della S.Croce, la cappella di S.Bernardino fu anche chiesa
parrocchiale. Ha la forma di torre in quanto all'atto della sua erezione, non furono dimenticate le sue possibili funzioni difensive. Solo l'altare si è conservato fino ai giorni nostri.
La cappella di S.Rocco
Fu edificata all'accesso in città nella prima metà del XIX sec. come tempietto votivo in quanto in quel periodo a Ogulin imperversava il colera.
La cappella di S.Giacomo
Costruita dai Frankopani, si trova nell'omonimo cimitero ed è una delle più antiche costruzioni cittadine. Secondo i dati della Commissione archeologica, dovrebbe risalire al XII o al XIII sec. La sua esistenza è attestata nell'Urbario di Modruš. Sul campanile sono visibili dettagli romanici e gotici.
La cappella di S.Pietro
È situata nell'omonimo cimitero dell'abitato distate 2 km da Ogulin. Essendo ignoto il tempo esatto della costruzione, si ritiene che sia avvenuta contemporaneamente alla nascita dell'abitato, la cui esistenza è citata nell'Urbario di Modruš del 1486.
Il convento del terzo ordine francescano
Nella parte più vecchia della città di Ogulin, Prapuće, presso il convento del terzo ordine francescano, si trova la cappella di Cristo Re. Nel 1937 i religiosi fondarono il convento e ristrutturarono gli edifici accessori e la cappella, che fu consacrata a Cristo re e proclamata “ORATORIUM PUBLICUM”.
La cappella di S.Giorgio a Zagorje
L'attuale cappella di S.Giorgio martire è stata edificata nel posto in cui sulla carta geografica di Stjepan Glavač del 1673 era stata disegnata una chiesa. Consacrata nel 1839 al discrimine fra i due stili, riporta elementi del tardo classicismo e del primo storicismo.
La chiesa parrocchiale della Beata Vergine della Consolazione a Trošmarija
Eretta nel 1776, costituisce un noto centro di pellegrinaggio mariano che ha avuto il privilegio dell'indulgenza plenaria dal papa Pio VI nel 1793. Nei tempi più recenti i pellegrini si presentano soprattutto nella prima domenica successiva alla festa dei SS. Pietro e Paolo. Nella sua struttura l'edificio ha conservato diverse componenti architettoniche, evidenziando in particolar modo le peculiarità classiciste e barocche.
La chiesa di S.Antonio a Ogulinski Hreljin
Costruita grazie al grosso sforzo degli abitanti di Ogulinski Hreljin con l'aiuto della Comunità parrocchiale di S.Croce e della città di Ogulin, è stata consacrata nel 2000.
La chiesa parrocchiale ortodossa di S.Giorgio a Ogulin
Edificata grazie al grande impegno del barone Lazar Mamula, è stata consacrata nel 1867. La parrocchia ortodossa di Ogulin è stata costituita nel 1871.
Monumenti storico-culturali
Il castello dei Frankopani
È stato costruito nel 1500 circa sopra il Đulin ponor, ovvero il baratro della Dobra. L'abitato fortificato fu fondato da Bernardin Frankopan, uno degli uomini più potenti del suo tempo, con potere feudale su Modruš, Plaški, Vitunj, Tounj, Zvečaj, Bosiljevo, Novigrad e Dubovac.
I contenuti lo pongono fra i castelli di tipo rinascimentale. Le mura cittadine delimitavano da tre lati l'area del cortile interno, sul quarto si affaccia il palazzo, un edificio a tre piani con le torri ai lati. La posizione e l'importanza militare di Ogulin imponevano l'erezione di una
fortezza di notevole potenza. Oggi l'edificio ospita il Museo regionale, qui inaugurato nel 1967 con sezioni dedicate all'archeologica, etnografia, armi antiche, alpinismo, la Stanza della rimembranza di Ivana Brlić-Mažuranić, nonché la mostra delle opere del pittore accademico Stjepan Galetić, originario di Ogulin, che ha donato al Museo circa 200 sue creazioni.
Il monumento al re Tomislav
Nel parco dedicato al re Tomislav (previsto e realizzato nel XVIII sec.) in cui oggi si evidenzia oggi solo in parte la primitiva base classicistica, si trova il monumento posto in onore del sovrano nel millesimo anniversario del regno. Eretto in base al progetto dell'architetto sloveno Vitburg Meck, è stato rinnovato nel 1990.
La fonte di Cesarovac
Nel parco si trova pure la fonte di Cesarovac. Di forme classicistiche, è stata costruita dal colonnello Štefan Šuplikac nel 1847 a ricordo dell'inaugurazione del primo acquedotto di Ogulin. Proveniente dal Klek, l'acqua scorreva dapprima in condutture di legno e successivamente di terracotta, sostituite da tubature in ferro nel 1882.
Il busto di Ivana Brlić-Mažuranić
Nei pressi di Cesarovac è stato collocato nel 1974, in concomitanza con i cent'anni dalla nascita, il busto di Ivana Brlić-Mažuranić, opera dello scultore accademico Vanja Radauš. Sul luogo in cui sorgeva la casa natale della scrittrice si trova attualmente l'edificio dell'Amministrazione forestale con apposta una lapide ricordo.
Il castello di Vitunj
L'abitato di Vitunj è collocato a occidente di Ogulin, nei pressi della sorgente della Vitunjčica, un'affluente della Dobra. È stato appurato che la fortificazione esisteva già nella prima metà del XV sec. Non esistendo documenti scritti, si ritiene che, data la forma architettonica, si possa far risalire al XIII sec. La prima volta viene menzionata nel 1449 quale possedimento dei Frankopani. Nel 1575 la fortezza viene abbandonata e le sue funzioni difensive rilevate da Ogulin. Le sue rovine continuano tutt'oggi a dominare il paesaggio.
La piazza dei patrioti croati /Trg hrvatskih rodoljuba/
È stata ricostruita e riassettata nel corso del 1999 e ospita il monumento a tutti coloro che si sono immolati per la Croazia e a cui viene reso grazie con i versi di Frano Krsto Frankopan “Navik on živi ki zgine pošteno” /ognor vive colui che s'immolò con dignità/
L'ECONOMIA
Date le sue peculiarità, il territorio di Ogulin costituisce sotto l'aspetto naturale, geografico ed economico, una regione organica della Contea di Karlovac, nell'area di transizione fra la Contea litoraneo-montana e quella di Segna e della Lika. Lo stesso capoluogo è posto in una sorta di interspazio nel passaggio fra il territorio costiero e l'interno, a metà strada tra Fiume
e Zagabria. Tale collocazione gli assegna un significativo ruolo di centro urbano con una funzione relativamente avanzata nell'ambito secondario e terziario. La sua maggior risorsa economica è il ricco patrimonio boschivo che copre oltre il 60% di tutta l'area. Conta infatti una riserva di 8 milioni di m³ di legno di alberi di qualità, con ampio predominio di latifoglie, che superano il 60% del totale. Risulta pertanto sviluppata l'industria di lavorazione, tanto primaria che finalizzata, con programmi nella produzione di mobilio, legame per l'edilizia, semilavorati e semifinalizzati. L'avanzata economica di Ogulin si basa attualmente in misura sempre maggiore sullo sviluppo di piccole e medie aziende in mano ai privati. Negli ultimi anni è significativamente aumentato il numero di operatori nel settore del legno che entrano in rapporti di cooperazione con produttori dell'Italia, Slovenia e Austria.
A Ogulin operano oggi circa 480 unità facenti capo alle più diverse ramificazioni del settore artigianato. In primo luogo nel commercio e alberghiera, quindi nell'industria, edilizia, agricoltura e turismo. Pressoché tutti fanno capo all'Associazione artigiani di Ogulin nelle sezioni: commercio, alberghiera, servizi e autotrasporti. La stessa comprende pure gli
operatori dei comuni di Josipdol, Tounj, Plaški e Saborsko. L'artigianato, che ha tradizione antica, si dice con soddisfazione, al momento attuale è in piena espansione. Significativo è pure il peso rappresentato nell'ambito economico dalle aziende (statali) attive nelle comunicazioni e telecomunicazioni, gestione del patrimonio forestale, produzione e distribuzione di corrente, ecc.
Oltre che ai rami industriali tradizionali, il cui sviluppo si connette alle risorse locali, il patrimonio boschivo e la tradizionale lavorazione del legno: Ampie possibilità si prospettano per l'agricoltura e il turismo. L'ambiente naturale montano, la grande superficie dei pascoli promettono progressi nell'allevamento e in determinate colture. Particolarmente nota, per
il suo sapore e la qualità, è una specie autoctona di cavoli cappucci che hanno il Marchio di qualità croata (“Hrvatska kvaliteta”) assegnato dalla Camera croata d'economia. È questo un marchio di cui si fregiano i prodotti croati aventi (per la composizione, il design, i criteri ergonomici, ecologici...) caratteristiche tali da ottemperare agli alti standard mondiali
in materia. Del suddetto Marchio di qualità si fregiano i cavoli, trasformati in crauti dalla “Madig d.o.o.” di Ogulin, ditta che, assieme alla Giunta cittadina, è impegnata già da anni in un progetto di tutela del seme di questo prodotto autoctono.
L'avanzata industriale di Ogulin e del circondario non ha finora violato l'autenticità di un ambiente naturale segnato dai versanti boscosi del massiccio del Kapela, inframmezzati dal verde delle valli. Un ambiente particolarmente idoneo allo sviluppo dell'attività turistica.
Al fine di dare maggior incisività allo sviluppo, è stato steso l'Elaborato della zona industriale per l'imprenditoria piccola e media. La zona, situata nell'area del campo di Bechtel, nell'abitato di Otok Oštarijski, ha un'area di circa 18 ettari, con la possibilità di allargarsi fino a circa 42. Si trova su un terreno agricolo-edile e confina a nord-ovest con boschi di sempreverdi, a sud-est con terreni coltivati. Posta nelle immediate adiacenze del nodo di
Ogulin della futura autostrada Bosiljevo-tunnel Sv.Rok-Spalato, distante 20 km da Bosiljevo, lungo il cantiere di costruzione della Zagabria-Fiume, è collegata con un raccordo di circa 400 m alla statale D42 Vrbovsko-Ogulin-Plaški-Saborsko (D 1) e dista 4 km dal centro e dal nodo ferroviario di Ogulin. Da tale nodo, che si trova sulla ferrovia Zagabria-Fiume, si diparte, oltre alla linea per Spalato, il tronco di binario diretto alla zona tanto che, qualora ne venga proseguita la costruzione, può agevolmente arrivare fino ad essa.
LE PECULIARITÀ NATURALI
IL KLEK
La conca (323 metri sul mare) in cui si trova Ogulin è dominata da un monte di insolita forma e impressionante bellezza, il KLEK, estrema propaggine nordorientale della Velika Kapela, alto 1181 m, ben noto agli alpinisti, botanici, scrittori di viaggi e amanti della natura in genere. Quando il tempo è bello i suoi insoliti contorni si possono vedere fin da Zagabria, mentre dalla sua cima lo sguardo abbraccia il pittoresco l'ambiente circostante fino a centinaia di chilometri di distanza.
La sua parete verticale, alta 200 metri, è stata la culla dell'alpinismo croato, poiché proprio a Ogulin nel 1874 si fece strada l'idea di costituire la prima società alpinistica.
I più antichi documenti scritti riportanti la prima ascesa al Klek risalgono al 1838, anno in cui Josip Jelačić e il re di Sassonia Federico II, noto botanico dilettante, salirono sulla montagna.Il Klek è una delle riserve botaniche con ampia presenza di flora terziaria,
abbondantemente conservata, ne fa fede la presenza di piante quali primule di Kitaibel, micromeria croatica,serpentaria, angelica, anthyllis alpestris, gilio della Carniola, clematide alpina. È stata scoperta pure una trentina di orchidee di montagna. Diverse pure le specie faunistiche tutelate: il lupo, l'orso, la lince, l'urogallo e il gatto selvatico.
LA BJELOLASICA
Con i suoi 1534 metri sul mare è la vetta più alta nel massiccio della Velika Kapela nel Gorski kotar. Insolita la conformazione: si eleva quale dorsale lunga 5-6 km, molto erta, sopra la piana boscosa che si estende dallo Jasenačko al Mrkopaljsko polje. Il cocuzzolo si stempera in un vero piccolo altipiano lungo quasi un chilometro, largo un centinaio di metri e posto in
media a quota 1500. Sulle pendici nordorientali le chiazze di neve si mantengono fino a metà maggio, sicché si è mostrata sede ideale ad ospitare il Il Centro olimpico croato «Bjelolasica». Nella giornate di sereno, dalla vetta si offre la splendida visione del Gorski kotar e del Golfo del Quarnero.
Il nome le deriva dalla stretta dorsale che si staglia sopra l'area boschiva, in particolare d'inverno, quando è coperta dalla neve. In seguito a ricerche fra la gente del posto, Hirtz ha appurato che la radice "lasast" presente nel nome, significa bianco, come si evince anche dal raffronto con la denominazione della donnola /in croato: «lasica», n.d.t./ la cui pelliccia
d'inverno assume il colore bianco.
Il primo scritto su un'ascesa alpinistica, compiuta da un gruppo di persone in cui revalevano ufficiali di Ogulin, è del 1862. Sulla bellezza dell'alpinismo si soffermò pure lo scrittore August Šenoa che inserì la sua avventura nel resoconto di viaggi «Oltre lo Jasenak». Proprio al di sotto della vetta, a 1460 metri sul mare, sotto la Kula, è stato costruito il rifugio. L'avvento dello sport sciistico sulla Bjelolasica risale invece al 1913.
LE BIJELE STIJENE
Nell'ampia area del Kapela un posto specifico spetta alle Bijele e alle Samarske Stijene, poste ai margini dell'area della città di Ogulin, in direzione del Gorski kotar. Seppur non inserite integralmente nell'area amministrativa di Ogulin, è opportuno citarle qui, in quanto essendo Jasenak punto d'arrivo degli amanti della montagna, insieme alla Bjelolasica, esse
rappresentano sotto questo aspetto una meta interessante. Data la loro primigenia e intatta bellezza e la presenza di piante rare ed endemiche, con decreto del Sabor del 28 gennaio 1985, le Bijele e le Samarske Stijene sono state dichiarate riserva naturale e sottoposte ai più rigidi vincoli di tutela.
Creando le Bijele stijene, ovvero le rocce bianche, la natura si è dilettata a dar loro le più svariate forme. Il nome deriva dal gran numero di pareti verticali, bianche, alte fino a cinquanta metri, che emergono da doline impraticabili e burroni dal fondo coperto da neve perenne. In alto, il manto boschivo a chiazze testimonia l'eterno conflitto con la bora e la neve. Le meravigliose radure, simili a piccole conche fra le rocce, vengono qui
chiamate "orti".
Nonostante le difficoltà del percorso, Le Bijele stijene sono ben note agli amanti della montagna, che ritornano qui spesso e volentieri, poiché questo splendido laboratorio naturale carsico offre loro ogni volta nuovi dettagli e sensazioni. La flora è largamente rappresentata dalle piante di montagna, fra cui dominano le stelle alpine.
LE SAMARSKE STIJENE
Poste accanto alle Bijele stijene, formano un agglomerato di una ventina di gruppi che si stagliano, separati, sul manto verde, inusuali coni, o a forma di teste, con fenditure al discrimine degli strati, a riprova della composizione calcarea. Le stelle alpine sono ampiamente presenti. Le forme naturali sono piuttosto simili a quelle delle Bijele stijene sicché comune è la loro rigorosa tutela quale riserva naturale. Sotto una delle pareti, laddove la roccia è più pittoresca, è stato costruito un rifugio.
LO STOŽAC
Oltre al Klek, pure lo Stožac è meta ambita degli alpinisti e amanti della vita in natura provenienti da Ogulin. Posto a un'altezza di 808 m sul mare, ha avuto il nome dalla forma conica /in croato stožac=cono, n.d.t./. Molto bello il panorama che si offre dalla vetta. Poco al di sotto è stato costruito un rifugio. L'ascesa è favorita dalla presenza di circa 350 gradini in legno di faggio, a tal fine messi in opera dal signor Mijo Stipetić.
LA DOBRA
La Dobra, il più lungo tra i fiumi che qui si perdono sottoterra, si alimenta da due fonti che si trovano nel Gorski kotar: una presso il Bukov vrh, l'altra presso Skrad, e si inabissa nel Ðulin ponor, proprio nel cuore della città di Ogulin, per ricomparire a Gojak, poco più a monte del punto in cui sono in funzione le turbine dell'omonima centrale elettrica.
Da Gojak a Lešće questo corso d'acqua di selvaggia bellezza si presta ottimamente al rafting, avventura spesso scelta dal turista odierno. Sul battello, guidati da un esperto skipper, avvertirete profondamente entusiasmo e gioia, e forse anche un brivido di paura, ma soprattutto la possanza di una natura ancora intatta.
La ricca fauna ittiologica e ornitologia attira già da tempo l'attenzione dei conoscitori di questo territorio.Il fiume presenta ancora una rara peculiarità: due mulini ad acqua, ancora
oggi in funzione. Come una volta, le loro vetuste macine producono ancora oggi la farina.
La Gornja e Donja Dobra abbondano di pesci quali la trota, di torrente e californiana, il temolo, il leucisco, il barbo, l'alburno, la carpa, la tinca, nella Gornja Dobra, mentre la Donja è uno dei rari fiumi croati in cui, con un po' di fortuna, si può pescare, oltre al luccio, il leucisco e il barbo, pure il salmone del Danubio.
LA VITUNJčICA
Affluente della Dobra, è lunga 3,6 km. Similmente all'ambiente che la circonda, è un vero paradiso per gli amanti della vita all'aperto, in particolare per i pescatori dilettanti. Il senso d'appagamento è completato dalla presenza dei ruderi della fortezza di Vitunj, che resiste da secoli all'usura del tempo.
Vero paradiso per gli amanti della pesca, la Vitunjčica offre trote, di torrente e californiane, e temoli.
IL LAGO DI BUKOVNIK
Distante 2 km da Ogulin, è uno dei bacini d'accumulazione per la centrale idrica di Gojak. La mano dell'uomo ha imbrigliato qui la capricciosa Dobra e creato un'oasi per gli amanti della natura che, poco lontano dalla città, possono ritrovare una profonda quiete e dimenticare la fretta e gli assilli quotidiani.
IL ÐULIN PONOR
Proprio nel cuore di Ogulin ci si imbatte in un insolito fenomeno idrogeologico. Passando lungo un canalone che arriva nel cuore della città, la Dobra conclude il suo corso in superficie e scompare in un enorme imbuto posto sotto una roccia a picco: il Ðulin ponor, che, con la grotta di Medvednica, costituisce il sito speleologico più lungo della Croazia. Finora ne sono stati infatti esplorati ben 15.701 metri. Il nome si collega alla già citata
leggenda della giovane Ðula o Zulejka, che per amore si gettò nel baratro.
Pensate per un momento quale sensazione pervade la persona nell'apprendere che parte dell'abitato cittadino si trova al di sopra delle pittoresche e gigantesche figure che solo l'acqua può creare scavando la pietra.
Le pareti sovrastanti il baratro sono una vera sfida per coloro che intendono provare le proprie conoscenze e capacità alpinistiche.
IL BISTRAC
Affluente della Dobra, il Bistrac, lungo 4,5 km e distante una dozzina da Ogulin, oltre alla trota di torrente e californiana e il leucisco, ospita pure la Grotta zala, splendida non solo per le forme ma anche per la colorazione delle rocce.
IL LAGO DI SABLJACI
Creato quale bacino d'accumulazione sul corso della Zagorska Mrežnica, è una vera perla di queste contrade. Data l'ampia superficie (170 ha) che lo pone all'undicesimo posto in Croazia, è comunemente chiamato anche "il mare di Ogulin". Visto dall'abitato di Prelesja, sopra il villaggio di Desmerice, sembra veramente un ampio golfo marino. Vera mecca per i pescatori, data la presenza di trote, amur, e leucischi, offre pure anche grosse opportunità a
chi a titolo di ricreazione si occupa di nuoto, canottaggio, windsurf o si muove in bici o magari ama anche solo le passeggiate. Di recente, organizzate dal circolo di canottaggio "Sabljaci", costituito nel corso di quest'ultima guerra, sul lago si tengono competizioni di cannottaggio.
LA ZAGORSKA MREŽNICA
A corollario della fonte della Zagorska Mrežnica è sorto il pittoresco abitato di Zagorje, citato già nell'Urbario di Modruš del 1486. A tutt'oggi l'approvvigionamento idrico di Ogulin avviene per la maggior parte dalla sua sorgente. I numerosi ruscelli abitati da granchi di fiume e diverse specie ittiche, i laghi e laghetti, le rocce dalla forma insolita, l'aspetto
appagante del "mare di Ogulin" offrono un'esperienza indimenticabile.
IL LAGO DI ŠMIT
Oltre alla fonte della Zagorska Mrežnica, qui si trovano diverse altre acque sorgive e laghetti minori.Il più grande è il Lago di Šmit che, secondo la tradizione popolare, ha
impressa su una pietra della riva l'orma dello zoccolo del cavallo montato da S.Giorgio che qui salvò una fanciulla dalla grinfie del drago. Come in tutto il territorio di Ogulin, pure qui vi sono diverse grandi cavità sotterranee. La più nota è la Rupećica in cui sono stati trovati anche esemplari di proteo.
La tutela delle acque è affidata alla Società sportiva di Ogulin che, oltre a gestirle in base a criteri economici, si occupa in particolare della fauna ittica e della tutela antinquinamento.
RIPOSO ATTIVO
Venite a visitare l'area di Ogulin, ideale per un riposo peramente attivo e un soggiorno ricreativo nel corso di tutto l'anno.
IL CENTRO OLIMPICO CROATO «BJELOLASICA»
Il centro olimpico «Bjelolasica» è il maggiore e più significativo centro sciistico della Croazia. Dispone di 3 funivie biposto e 3 skilift. Le piste, lunghe complessivamente 10 km, si estendono su una superficie di 25 ettari. Presentando un dislivello di 800 metri (si parte da 1410 e si arriva a 620 sul livello del mare) permettono le svolgimento di manifestazioni di diverso tipo, fra cui le gare FIS nelle discipline alpine. L'impianto può accogliere da 2500
a 2500 fra sciatori e altri ospiti. Nella stazione intermedia funziona un ristorante con 100 posti.
Nell'edificio centrale funzionano un ristorante con 500 posti a sedere, l'aperitiv bar, il disco bar, la palestra, il gabinetto percorso vita, le saune, la reception e un negozio.
La Bjelolasica si presenta interessante non solo d'inverno bensì nel corso di tutto l'anno. La "Bjelolasica verde" offre ottime opportunità per l'attività preparatoria di varie discipline sportive e il turismo sanitario, mentre il solo fatto che disti una cinquantina di chilometri dal mare la rende ottima sede integrativa delle destinazioni costiere. È inoltre punto di avvio per le escursioni alle Bijele e Samarske stijene. Il campo di calcio, i terreni per il mini golf, tennis, beach volley, il campo polifunzionale per la pallavolo, pallacanestro, gli altri terreni da gioco e il ristorante "Sabljaci" sull'omonimo lago, nonché la ristorazione a Ogulin, integrano gli altri contenuti offerti dal Centro olimpico «Bjelolasica».
Con le sue infrastrutture e la pressoché quotidiana offerta di contenuti turistici integrativi, la «Scuola in natura», il turismo venatorio, l'organizzazione di seminari e incontri scientifici, il campo estivo di canottaggio... il Centro olimpico è la base e il promotore primo dell'attività
turistica e alberghiera nella città di Ogulin e vieppiù significativo fattore di sviluppo del turismo continentale.
LA MONTAGNA E L'ALPINISMO
La presenza del Klek ha fatto di Ogulin la culla dell'alpinismo e delle camminate in montagna. Qui è nata l'idea di creare una società alpinistica, posta in atto da Vladimir Mažuranić, figlio del bano Ivan Mažuranić, Bude Budisavljević, letterato croato, e il dott. Jochannes Frischauf, docente universitario a Vienna. Maggiori notizie sulla nascita e lo sviluppo dell'idea si possono acquisire visitando l'omonima sezione del Museo regionale.
La meta più ambita per ogni appassionato è indubbiamente il Klek, alto 1181 metri. La sua parte verticale, alta 200 m rappresenta una vera sfida. I sentieri di montagna sono ben marcati. I più battuti sono quelli che conducono al Klek: da Ogulin (circa 3 ore di cammino a piedi), da Bijelsko (circa 40 minuti fino al rifugio), da Hreljin (circa 6 ore di cammino oltre il Vitunj); il sentiero verso Kneja e Stožac, che si diparte da Ogulin, richiede circa un'ora e mezza di cammino.
Punto di partenza per arrivare alle Bijele e Samarske stijene, nonché alla Bjelolasica, è Jasenak, per quest'ultima si può partire pure dal villaggio di Vrelo.
LA PESCA
L'area che circonda la città abbonda d'acqua corrente. La società di pesca sportiva di Ogulin gestisce i corsi per una lunghezza complessiva di 124,7 km. Oltre ai già nominati fiumi, ruscelli, laghi, ai fini della pesca vanno citati anche altri, quali Ribnjak, Rudnica, Jasenačko vrelo, Krakar a Drežnica e il Ponikvarski potok. La trota di torrente. e californiana, il temolo, la carpa, la tinca, il luccio, il pesce persico e il granchio di fiume sono alcune delle
specie vivnti in queste acque.
Per il permesso di pesca, valido un giorno, rivolgersi nell'ufficio della Società, U. B. Frankopana 13; tel. 047/531-600, ogni giorno dalle ore 10 alle 12 o all'Ufficio turistico (Turistički ured), B. Frankopana 2 (047/532-278).
LA CACCIA, I FOTO-SAFARI E I JEEP-SAFARI
Nel territorio di Ogulin le aree di caccia sono gestite dall'Ente croato per i boschi /Hrvatske šume/ e da alcune Società di caccia. Per le informazioni in merito alle suddette Società rivolgersi all'Ufficio turistico, per l'attività venatoria, i foto safari e i jeep safari nell'area della Velika Kapela rivolgersi alle Hrvatske šume - Uprava šuma /Amministrazione forestale/ di
Ogulin.
IL CICLISMO
Potete conoscere anche da soli Ogulin e i suoi dintorni usando la bicicletta. Per gli amanti delle due ruote e per coloro che intendono scoprire e godere le bellezze di questo territorio, vi sono alcune piste marcate: intorno al lago di Sabljaci, in direzione della fortezza medievale di Modruš, di Trošmarija e Dubrave. Gli appassionati della mountain bike possono fruire delle piste dislocate intorno all'impianto alberghiero «Bjelolasica» e dei sentieri nei boschi in tutto il circondario di Ogulin.
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